Il braccio
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La tendinopatia insorge essenzialmente per il verificarsi di una situazione molto semplice, ovvero quando i carichi esterni a cui viene sottoposto il tendine sono superiori alla sua capacità di adattamento.
Se il concetto è semplice, il difficile è gestire questi carichi evitando che superino le fisiologiche capacità del tendine, in particolare bisogna evitare repentini cambiamenti nella frequenza e nella quantità delle attività che caricano i tendini, cammino, corsa e salti in primis.
Bisogna inoltre tener presente che alcuni soggetti sono predisposti allo sviluppo di tendinopatie a causa di alcune caratteristiche biomeccaniche (debolezza o scarso controllo neuromuscolare)) o altri fattori come età avanzata, menopausa, colesterolo alto, ecc. Questi soggetti potranno sviluppare tendinopatie anche in seguito a lievi cambiamenti nelle loro attività usuali.
PUNTI FONDAMENTALI
- Le tendinopatie non migliorano con il riposo assoluto. Sebbene la sospensione delle attività che causano dolore sia necessaria in una prima fase della patologia, appena possibile bisogna tornare a caricare gradualmente il tendine per migliorare la sua tolleranza al carico e renderlo così più forte.
- Le immagini diagnostiche (ecografie, risonanze) possono trarre in inganno, infatti spesso soggetti che non presentano dolore mostrano invece degenerazioni o addirittura lesioni tendinee. Quindi un referto pessimo non significa necessariamente che non potrai tornare a fare ciò che facevi prima e, anche se il tuo tendine difficilmente tornerà “sano”, con i giusti trattamenti il dolore verrà ridotto e la funzione ripristinata.
- Le tendinopatie raramente migliorano con soli trattamenti passivi, come massaggio, ultrasuoni, iniezioni, onde d’urto. In particolare iniezioni ripetute più volte hanno mostrato un risultato scarso.